La prima volta che parlai della felicità stavo alle scuole medie; la nostra insegnante spiegava Leopardi e facemmo una discussione sul cosa rendesse realmente felici l'uomo. Io dissi la mia e come al solito non fui presa sul serio e non mi ricordo nemmeno cosa dissi a riguardo (so solo che nel tema sull'argomento presi mediocre. eh vabbè). Ora, ti dico che non so precisamente da cosa derivi la felicità. Ma sull'argomento che hai messo in ballo penso che la ricerca debba essere reciproca. Farsi trovare preparati ed allo stesso tempo cercare di essere positivi durante la ricerca. Diciamo che la positività è il termine cardine. Quindi coglierla nelle piccole cose, nelle piccole occasioni e non cercarla nelle situazioni faraoniche. Almeno, credo, di essere stata felice durante periodi duri della mia vita in pochi secondi, in alcuni sguardi, in altre risate. La verità è che quando sei nella merda e hai la predisposizione ad essere positivo, sai cogliere meglio le occasioni per essere felice e sei, appunto, più disponibile allo stupore.
In genere, infatti, quando si nutrono troppe aspettative c'è sempre un po' di delusione, meglio andare a occhi chiusi, al buio. Le più belle serate con gli amici, le più riuscite erano quasi sempre quelle improvvisate, raffazzonate all'ultimo, con passatempi decisi sul momento, sull'onda dell'atmosfera che si respirava. Le sorprese piacciono già ai bambini, nei sacchettini misteriosi comperati dal giornalaio la domenica, o la sorpresa nell'uovo di Pasqua... e il fascino della sorpresa non si perde neanche da adulti e tanto meno da vecchi. Mi viene in mente mio nonno Eugenio, classe 1872, non l'ho conosciuto( nella mia famiglia si ' figlia' tardi e i nonni in genere non ci sono più....) ma ho sentito molto parlare di lui, è stato un antesignano della candid camera... raccoglieva la cacca di cavallo, la metteva in una scatola e ne confezionava un elegante pacco regalo, la sistemava sulla spalletta di un ponte e si allontanava... ma il massimo della crudeltà è che quando arrivava il ' ladro'ne sspiava i movimenti e l'indecisione, alla presa del pacco gli si avvicinava sostenendo di averlo visto per primo ( o che fosse suo non ricordo), ne nasceva una discussione finché fingeva di cedere e glielo lasciava.... qui è la genialità: non glielo faceva solo trovare ma glielo faceva conquistare dopo una lunga contesa!!!
La prima volta che parlai della felicità stavo alle scuole medie; la nostra insegnante spiegava Leopardi e facemmo una discussione sul cosa rendesse realmente felici l'uomo. Io dissi la mia e come al solito non fui presa sul serio e non mi ricordo nemmeno cosa dissi a riguardo (so solo che nel tema sull'argomento presi mediocre. eh vabbè).
RispondiEliminaOra, ti dico che non so precisamente da cosa derivi la felicità.
Ma sull'argomento che hai messo in ballo penso che la ricerca debba essere reciproca. Farsi trovare preparati ed allo stesso tempo cercare di essere positivi durante la ricerca. Diciamo che la positività è il termine cardine. Quindi coglierla nelle piccole cose, nelle piccole occasioni e non cercarla nelle situazioni faraoniche. Almeno, credo, di essere stata felice durante periodi duri della mia vita in pochi secondi, in alcuni sguardi, in altre risate. La verità è che quando sei nella merda e hai la predisposizione ad essere positivo, sai cogliere meglio le occasioni per essere felice e sei, appunto, più disponibile allo stupore.
È un po' il gioco dei contrasti, il bello che emerge in mezzo al brutto.
EliminaIn genere, infatti, quando si nutrono troppe aspettative c'è sempre un po' di delusione, meglio andare a occhi chiusi, al buio. Le più belle serate con gli amici, le più riuscite erano quasi sempre quelle improvvisate, raffazzonate all'ultimo, con passatempi decisi sul momento, sull'onda dell'atmosfera che si respirava.
RispondiEliminaLe sorprese piacciono già ai bambini, nei sacchettini misteriosi comperati dal giornalaio la domenica, o la sorpresa nell'uovo di Pasqua... e il fascino della sorpresa non si perde neanche da adulti e tanto meno da vecchi.
Mi viene in mente mio nonno Eugenio, classe 1872, non l'ho conosciuto( nella mia famiglia si ' figlia' tardi e i nonni in genere non ci sono più....) ma ho sentito molto parlare di lui, è stato un antesignano della candid camera... raccoglieva la cacca di cavallo, la metteva in una scatola e ne confezionava un elegante pacco regalo, la sistemava sulla spalletta di un ponte e si allontanava... ma il massimo della crudeltà è che quando arrivava il ' ladro'ne sspiava i movimenti e l'indecisione, alla presa del pacco gli si avvicinava sostenendo di averlo visto per primo ( o che fosse suo non ricordo), ne nasceva una discussione finché fingeva di cedere e glielo lasciava.... qui è la genialità: non glielo faceva solo trovare ma glielo faceva conquistare dopo una lunga contesa!!!
Altro che antesignano della cc era un burlone crudele:)))))
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