La
retorica mi disgusta. Peggio ancora davanti alla tragedia.
Non
ho in tasca verità assolute, risposte perfette e soluzioni giuste per tutti.
Il
fatto è che credo pure di non essere l’unico.

Chi
cazzo ha stabilito che esista un diritto universale alla presunzione? E non
vado a scomodare altri umani sentimenti o a scagliarmi contro certa ferocia…che
basta, davvero, non credersi sempre oltre, sopra, avanti, migliori.
Per me le parole hanno un peso, il peso del sentimento che portano con sé. Se dico a qualcuno:" Ti voglio bene" penso che quelle parole siano cariche del sentimento che provo. Perché dico questo? Perché la retorica per me è fatta da parole senza peso. Il silenzio invece può essere molto "pesante".
RispondiEliminaIsabella
Eh Isabella per questo le parole andrebbero pensate...e pesate 😉
EliminaA chi chiede: «Non era meglio rimanere a casa piuttosto che morire in mare?», rispondo: «Non siamo stupidi, né pazzi. Siamo disperati e perseguitati. Restare vuol dire morte certa, partire vuol dire morte probabile. Tu che sceglieresti? O meglio cosa sceglieresti per i tuoi figli?».
RispondiEliminaA chi domanda: «Cosa speravate di trovare in Europa? Non c’è lavoro per noi figurarsi per gli altri», rispondo: «Cerchiamo salvezza, futuro, cerchiamo di sopravvivere. Non abbiamo colpe se siamo nati dalla parte sbagliata e soprattutto voi non avete alcun merito di essere nati dalla parte giusta».
Awas Ahmed, rifugiato somalo in Italia
Grazie di averle riportate, Ornella
EliminaCondiviso in questo caso il silenzio è la più grande forma di rispetto.
RispondiEliminaio non riesco a non accostare il dramma di questa tragedia alla vigliaccheria di cui siamo stati protagonisti in parlamento. Strumentalizzare è abominevole. Lì è necessario il silezio.
RispondiEliminaPer tutti gli altri, forse, la sensibilità ha fatto spazio alla rabbia ... ma ogni persona vera, sensibile, 700 lacrime le ha lasciate cadere. Non potendo fare altro.
Non sarebbe dovuto accadere, ma è accaduto, ed io mi sento un verme perchè sono più incazzato che affranto.
Hai ragione tu, in tanti ci siamo arrogati il "diritto universale alla presunzione". Taluni in buona fede, altri invece ...
Eh Mauro sarebbe il caso di scrollarsela di dosso, la presunzione...
EliminaSolo dolore e rabbia per parole pronunciate da chi pensa di essere "superiore"...abbiamo dimenticato di appartenere tutti al genere "umano ,"abbiamo dimenticato la carita'......ciao Rocco una triste Teresa
RispondiEliminaSi la retorica mi da fastidio ma le parole di chi gioisce per la morte di queste migliaia di persone mi da il voltastomaco. Dico migliaia perché cifre ufficiali non ce ne sono ma si parla di 25000 morti dal 1988 ad oggi sui barconi. Di fronte a cifre del genere appare chiaro che la soluzione pur complicata e difficile non interessa a nessun paese occidentale, trovarla.
RispondiEliminaNon ce la faccio proprio io a restare in silenzio. E' il mio difetto. Sento sempre il bisogno di dire qualcosa. Non credo di dire sempre la cosa giusta, ovviamente, ma mi piace l'idea di partecipare con le parole ad un evento, una situazione. Se non altro ci provo. Ma forse hai ragione tu. Stiamo zitti! Ma soprattutto evitiamo di far finta di dispiacerci con parole di circostanza. Dunque, tacciamo!
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