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domenica 21 febbraio 2016

Sbalordire

Non so, forse non sempre e in assoluto ma ho l’impressione sia un bel pensiero. Restare stupefatti da se stessi, sorprendersi per una capacità, per un risultato, è un’emozione non da poco. E un grande passo di consapevolezza, di responsabilità, di fiducia, di serenità.

Anche una sorta di dovere magari, verso se stessi e verso gli altri: dare il massimo, osare, impiegare le proprie energie e il proprio talento. Che non significa raggiungere chissà cosa, semplicemente esserci e godere un po’, intimamente, quasi mettersi in pace con la natura.

11 commenti:

  1. un dovere verso se stessi e gli altri...po esse :) Si, in effetti sarebbe un bel modo di guardarsi, di togliersi il dovere di perfezione che la società ci impone e vestirci della nostra imperfezione-unicità, perchè forse è propio lì il nostro migliore biglietto da visita...

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  2. La cosa che mi stupisce di più e che mi spinge a leggere il tuo blog è che nei momenti di sconforto trovo qui dentro la forza di andare avanti (oggi sto particolarmente incazzata) :-( poi riesco a riprendermi dagli attimi di sconforto passati , dovuti al passato, al presente e senza la sicurezza di un futuro certo... ti ringrazio!!! Godere della vita è uno dei doni che abbiamo il dovere di preservare, salvare, trasmettere anche, esattamente come fai tu! Ciao

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    1. lo penso, anch'io...dovere e piacere

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    2. Allo' la domanda viene spontanea.... prima il dovere e poi il piacere o il contrario??? :-p

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  3. Vero, sperimentato sulla mia pelle, per pigrizia, per paura, per consapevolezza dei propri limiti ti convinci di non essere in grado di... ma adesso che posso contare solo su di me ( amici generosi ce ne sono ma non posso aporofittarne sempre), provo ad arrangiarmi. Un mese fa torno a casa e la stufa a pellet va in allarme e non si accende: fa freddo, attacco allora i termosifoni e prendo il telefono per chiamare il tecnico, poi penso con amarezza a quanto mi costerà e allora poso il telefono e cerco di capire 'cosa', poi ' perché' e riesco a risolvere il problema, lo so mi si potrebbe obiettare che anche un imbecille ci sarebbe arrivato ma per me è stata una vera e propria conquista, io che avevo persino difficoltà a montare i pezzi dell'uovo Kinder ai bambini mi sono sentita ' orgogliona' del successo e sono stata bene: leggera e intelligente... solo per qualche ora però... poi sono ritornata alla normalità... peccato! Altri guizzi non ce ne sono stati ma la stufa a pellet continua a funzionare...
    Buena onda!!! :)

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    1. bene, Nedy. Che è anche un po' come esorcizzare la sfortuna no?

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  4. Se fossimo capaci sia di riconoscere e godere appieno delle nostre abilità, che di accettare e convivere con i nostri limiti, saremmo degli sportivi perfetti. Ci vuole una ricca collezione di emozioni positive e una certa abitudine a quelle negative e non so se una sola vita basti per raggiungere questa perfezione. Ma è comunque il tempo di un buon allenamento..

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    1. mah, più che abitudine a quelle negative... voglia di guardarci dentro per cavarne qualche risvolto positivo, un messaggio, un'ironia, uno stimolo...

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    2. Sono d'accordo, ma credo che quella voglia arrivi dopo che ci si è fatti un po' i muscoli sul sano sconforto, quello che non ti porta da nessuna parte, ti costringe a star fermo e conoscerlo. "Abitudine" è l'averci già fatto i conti e non farsi spaventare quando torna.

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  5. Beh visto che troppo spesso sono gli altri a sorprendermi non mi dispiacerebbe affatto essere sorpreso da me stesso...che bella cosa! A presto Rocco.

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