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giovedì 17 settembre 2015

Che dite, ce la facciamo?

Mi ripeto consapevolmente. Che poi in fondo c’è poco altro da fare che provarci. A suscitare un sorriso o una risata. Non perché ci sia sempre da ridere. Tutt’altro. Perché proprio quando le arie si fanno più cupe abbiamo bisogno di un’evasione. E l’umorismo alla fine non è una sciocchezza ma, appunto, una cintura di salvataggio.
E’ un po’ il mio lavoro, d’accordo. Ma vale per tutti. Lo sforzo di intravedere sempre un po’ di umorismo, nei giorni, nella vita, nelle cose, in noi stessi…
Che dite, ce la facciamo?

15 commenti:

  1. Of course.. cioè di corsa!! :p

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  2. Io emotiva e sensibile all'inverosimile credo di essere riuscita a superare le prove inaspettatamente ardue che la vita a volte mi ha regalato grazie proprio all'umorismo....tante volte mi sono ritrovata a sdrammatizzare situazioni pesanti proprio grazie ad una battuta o anche solo immaginando la caricatura di me stessa in quell'ambito...provando così a guardare le cose con occhi diversi.Il risultato? Il cuore si è alleggerito,la mente e' diventata più lucida e le cose hanno trovato "la quadra"
    Perché poi di vita , con i suoi chiaro scuri, ne abbiamo una sola e abbiamo il dovere, e piacere, di viverla al meglio !!!
    Umorismo e' quella giusta dose di leggerezza che ti permette di vedere le cose con più serenità
    Ciao Rocco, buona giornata

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  3. Ce la facciamo sì. È molto importante, è salvifico trovare il lato umoristico delle cose. La vita non è sempre facile e secondo me cercare di alleggerirla fa bene alla salute. È il tuo mestiere e lo fai benissimo. Io cerco di difendermi dalle sberle della vita e non voglio mollare. Mai!

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  4. Ci vuole abilità anche nel vedere nei periodi più neri uno spiraglio di luce. Il famoso "Adda passà a nuttat" ... quanta verità, quanta energia, forza ci vuole a saper ridere. Forse manca l'umorismo, hai ragione. Non si sa più ridere. Ma la domanda che mi sorge spontanea è: è solo colpa nostra? o c'è qualcuno che vuole farci vedere tutto nero? Io vedo sempre enigmi in ogni cosa. Quando una persona mi fa un favore, mi chiedo sempre il perché o se c'è qualcosa sotto. Sarà un difetto pensare e chiedersi sempre perché, credo! Allo stesso tempo è un grande pregio trovare una cosa buffa in ogni singolo avvenimento e la soluzione sta proprio nella risata. Ridere e chiedersi sempre perché. Mi piace pensarla così. Buon tutto!

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  5. Dobbiamo farcela!Guai a non ridere, a non trovare appigli e spunti per farlo. E' bello, è liberatorio, è leggero...Non tutti vengono sollecitati a ridere dallo stesso humor, qualcuno ama le barzellette, altri le battute, altri gli scherzi o le imitazioni, altri i voli di fantasia o le prese in giro, io sono un camaleonte, mi va bene tutto. Mi piace anche la comicità complice che si genera da sola, quella che quando arriva non ti concede di ridere perchè non si può, si scatena con un breve sguardo d'intesa con gli altri che hanno pensato la stessa cosa che hai pensato tu...che però non si può dire..E' capitata una cosa del genere una volta, a cena fuori, tutti coinvolti ( meno uno è ovvio) in questa sorta di complicità, siamo stati tutti per qualche attimo, interminabile però, con gli occhi bassi sul piatto per non incrociare lo sguardo di nessuno e e riuscire a frenare quelle risate che ribollivano nella pancia e nello stomaco! Ma ci siamo rifatti mille volte ripetendo la scenetta appena se ne presentava l'occasione, io facevo la cameriera e un amico il malcapitato preso di mira quella sera; ed è strano come la risata si possa ripetere tante volte, per lo stesso motivo, in tante occasioni, non si esaurisce, non sbiadisce, anzi...Questo stesso amico ci faceva anche letteralmente scompisciare alzandosi da tavola all'improvviso ( anche al ristorante), si avvicinava al muro e iniziava a comporre un numero da un telefono inesistente e poi fingeva di parlare con suo padre ( uomo serio e altero, direttore di banca che non usciva mai da questo suo ruolo autorevole neanche a casa in pantofole, incuteva a tutti un certo timore)) e gli diceva cose assurde, , improponibili, improbabili...a volte cambiava interlocutore e "telefonava" al Questore di Torino...ma qui dovevo iniziare io la chiamata e fare la richiesta con il centralino prima e con tutti i segretari poi per un colloquio importante con il Signor Questore, poi, a Questore in linea, si alzava lui e cominciava a inventare lì per lì i suoi dialoghi assurdi...Ne avrei ancora ma non voglio stancare te e tutti gli altri perchè non riesco a riproporre, scrivendo, queste atmosfere, queste situazioni paradossali e l'allegria che ne derivava.
    Ti ringrazio per il tema e per i ricordi belli che mi sono tornati alla mente.
    Concludo con la convinzione che gli uomini di spirito siano più sensibili e ricchi dentro perchè la comicità, la propensione per l'umorismo e l'allegria non possono nascere da un terreno arido e sterile, anzi si nutrono di un vissuto molto corposo.

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    1. perché il 'paradosso' cela appunto il risvolto possibile...la realtà supera la fantasia.
      Contento di averti fatto ricordare momenti di risate. Che, davvero, nascono dal nulla, dai piccoli grandi giri della vita...e bisogna saperli cogliere!
      Ciao Nedy!

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  6. P.S.Tu ti domanderai perché il mio amico telefonava proprio al Questore di Torino....perché io avevo uno zio un po' corto di comprendonio, aveva contratto la meningite da piccolo, che sovente usciva con noi perché si divertiva...questo zio subiva il fascino della divisa, frequentava assiduamente tutti i commissariati e le centrali di polizia, conosceva tutti ma proprio tutti tutti...a volte se lo portavano in giro sul cellulare...pensa lui...che goduria...

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  7. L'umorismo è molto importante nella vita, è il collante che unisce le persone con un sorriso.
    Tu Rocco ne sai qualcosa, quando sei su un palco e davanti a te c’è qualcuno che ride, sono certa che ti viene spontaneo d’indirizzarti a lui o a loro poiché domini la platea, mentre, immagino, che ti riesca difficile continuare a far ridere, se il pubblico non risponde oppure una persona in prima fila non partecipa. Mi sbaglio?
    Anche se tu sei bravissimo a svegliare e sollecitare nelle persone il sorriso e l’ilarità, basta vederti all'opera… giusto per citare un esempio lampante: il video della canzone “La foca” :-) hai regalato un momento fantastico a tutti ed hai sradicato dalle poltrone anche i più reticenti, facendoli alzare per ballare con te.
    L’umorismo è una fetta di torta che fa piacere mangiare anche quando si ha mal di denti.
    Che dire, mi piace sdrammatizzare e devo dire che quando mi trovo in situazioni poco piacevoli, cerco sempre di trovare una parola o una battuta per strappare un sorriso sia a me che agli altri e rendere meno pesante il momento.
    Se invece sono sola ed ho voglia di evadere la quotidianità che, a volte, diventa triste, cerco di evadere mettendomi a scrivere storie, commedie, parodie finanche, spot pubblicitari, tutto quello che mi passa per la testa, oppure mi guardo un film, purché il tema sia umoristico, e posso dirti che funziona! Nella drammaticità nascono le più belle idee per ridere e prendere a calci le avversità della vita. :-) Ciao Rocco, ti auguro una sorridente serata. :-))

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    1. Si, il sorriso è un grande collante.
      Nel 'mestiere' bisogna strapparla, la risata, talvolta. Ma nella vita possiamo trovarla in tutto, se siamo dotati di semplice ironia :)

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  8. perché umorismo fa rima con ottimismo... viaggiano a braccetto di solito... uno tira l'altro e insieme si e ci completano facendoci superare ogni ostacolo con la mente più leggera... io direi che l'ottimismo con l'umorismo formano il profumo della vita

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