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martedì 1 luglio 2014

Cadere dal filo o camminare sul filo?

In Una piccola impresa meridionale Magnolia spiega benissimo perché Jennifer al circo avesse molto più successo come ‘l’uomo che cade dal filo’ piuttosto che come ‘l’uomo che cammina sul filo’…:
A camminare sul filo riescono poche persone quindi scatta più ammirazione che simpatia. Cadere, invece, tutti cadono prima o poi, è più democratico.
Che poi è logico. Che ci piaccia poterci immedesimare, non sentirci impossibilitati a raggiungere qualcosa, vedere che l’errore umano è ovunque. Esercitare la comprensione. Quasi un’affettuosa solidarietà.
Che bello, essere c o m p r e n s i v i (da leggere con lento ritmo teatrale). Fa dignitosamente il paio con il più illustre essere gentili.
E poi, diciamolo, se uno cade pure gli invidiosi stanno calmi e tranquilli. E questo non è poco.

Comunque si, cadere è più democratico e insomma è normale che l’uomo che cade attira più simpatia dell’equilibrista impeccabile. Lo conferma il fatto che spesso, lo sapete bene, davanti a una caduta scappa pure, bonariamente, da ridere. Però quello che non si può c o m p r e n d e r e è la domanda. Si, quella domanda. Proprio quella cui state pensando. La terribile domanda: Sei caduto? Che cazzo deve rispondere quello franato malamente a terra?

3 commenti:

  1. La caducità rende preziose le cose…La caduta rende l’ acrobata umano, reale e piacevolmente imperfetto, ma anche piacevolmente audace...Perchè l’ acrobata sul filo ci torna…anche solo per cadere...che a volte una caduta può essere una bella acrobazia:)

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  2. Occhio però! Che se si resta interi è meglio ;)

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