
A
camminare sul filo riescono poche persone quindi scatta più ammirazione che
simpatia. Cadere, invece, tutti cadono prima o poi, è più democratico.
Che
poi è logico. Che ci piaccia poterci immedesimare, non sentirci impossibilitati
a raggiungere qualcosa, vedere che l’errore umano è ovunque. Esercitare la
comprensione. Quasi un’affettuosa solidarietà.
Che
bello, essere c o m p r e n s i v i (da leggere con lento ritmo teatrale). Fa dignitosamente
il paio con il più illustre essere gentili.
E
poi, diciamolo, se uno cade pure gli invidiosi stanno calmi e tranquilli. E
questo non è poco.
Comunque
si, cadere è più democratico e insomma è normale che l’uomo che cade attira più
simpatia dell’equilibrista impeccabile. Lo conferma il fatto che spesso, lo
sapete bene, davanti a una caduta scappa pure, bonariamente, da ridere. Però
quello che non si può c o m p r e n d e r e è la domanda. Si, quella domanda.
Proprio quella cui state pensando. La terribile domanda: Sei caduto? Che cazzo
deve rispondere quello franato malamente a terra?
La caducità rende preziose le cose…La caduta rende l’ acrobata umano, reale e piacevolmente imperfetto, ma anche piacevolmente audace...Perchè l’ acrobata sul filo ci torna…anche solo per cadere...che a volte una caduta può essere una bella acrobazia:)
RispondiEliminaVera hai detto splendidamente tutto!!!
EliminaGrazie ;)
Occhio però! Che se si resta interi è meglio ;)
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