No,
è chiaro. Però l’ebbrezza come eccitazione mentale, euforia, estasi, inebriamento
è indiscutibilmente accattivante. Dai, lasciate perdere delirio e stordimento,
insomma calibrando le dosi possiamo immaginare qualcosa che affranchi da una
sobrietà ingessata ecco.
Non
male, lasciarsi andare.
quanto sarebbe bello ubriacarsi di cose belle..ridere a crepapelle fino a stare male..se i giovanissimi di oggi anzichè fiumi di alcool si riempissero di fiumi di parole ( Jalisse docet ) andrebbero in estasi che li porterebbe all'apice della gioia e felicità!
RispondiEliminaVero
EliminaL’amore inespresso è come il vino tenuto
RispondiEliminanella bottiglia: non placa la sete( George Herbert)
dovremmo ubriacarci d'amore ogni giorno ;)
Eccome...dissetarci e sfamarci!
EliminaDiciamo che Baudelaire non era proprio uno stinco di santo; ma un poeta, per riuscire al meglio, a volte, deve anche avere qualcosa di contorto. Personalmente, non ho mai nascosto il mio lato serio; ma neanche quello gioviale. Quando sento la parola ebbrezza, però, mi viene in mente in primis la parola brezza. E mi piace pensare che il nostro lato "brillo" sia sinonimo di freschezza e leggiadria. La foca?! Quello si che è un bel momento liberatorio. E mi piace ancor di più pensare che meno si è seri e più ti possa ubriacare della vita… tuuuf tutuuuf! ;-)
RispondiEliminaDanielaaaaaa si, la foca è il lato brillo, il momento liberatorio, lo stato di ebbrezza naturale!!!
EliminaSento una bellissima ebbrezza ,quando nel silenzio della notte apro il libro e mi tuffo in un'altra vita.Provo euforia ,quando metto la musica che mi piace e mi abbandono al ritmo .Non calibriamo nulla lasciamoci trasportare .ciao Rocco ..io sono Teresa.
RispondiEliminaCiao Teresa, benvenuta!
RispondiEliminaSuccede almeno una volta all'anno .Devo trovare il posto giusto,la giornata ideale e soprattutto "quello" che dico io.La trasparenza, il colore,il profumo,l'effervescenza,l'unicità che dico io.A volte la ricerca dura ore,ma fa parte del godimento.E quando sono lì,finalmente in perfetta solitudine, di fronte all'inebriante fluido ideale, ne aspiro ogni aroma, lo assaggio ,piano,fino ad immergermi del tutto nell'ebbrezza, fino a sentire solo la piacevole leggerezza del corpo,l'annullamento della mente.Può durare ore, a volte un giorno intero.Non faccio altro.Lo so,è pericoloso,potrei morirne("Che morte...che occasione!"),ma ormai nessuno mi cerca più, tanto è inutile.Certo si preoccupano,certo molti non capiscono, ma lo accettano:non si eradica un vizio antico.In genere torno al tramonto,con buona pace di tutti e neanche più mi chiedono nulla.Succede almeno una volta all'anno,da quando ero bambina,che da qualche parte nel mondo,dopo aver camminato per ore,in qualche caletta deserta,sempre da sola,io mi ubriaco di mare.Sperando che chi legga lo faccia fino alla fine, e non contatti prima l'anonima alcolisti,AmeliaPaola, sempre alla ricerca di mareD.O.C.
RispondiEliminaEh cara mia AmeliaPaola fai benone.
EliminaInvece di cercarti o preoccuparsi potrebbero fare altrettanto. Con godimento generale :)
Svuotarsi e riempirsi!
Si,ma ognuno nella caletta (segreta)sua!
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