Le parole hanno infinite vite, sole, accoppiate o scoppiate.
E infinite combinazioni. Quando non arrivano alla bocca o non si stampano in un libro si trasformano in sguardi che si posano, si spalmano, si allungano.
Comunque, espresse o taciute, hanno sempre un suono. Una nota, un intruglio di note, una vibrazione, un rumore…un tuf tu tuf tutuff o molto altro.
Non è una riflessione filosofica, è una questione molto concreta. Praticamente scrivo poesie o faccio versi?
A grande richiesta (della foca)…
Che meraviglia! La posti anche la canzone della frittata? A me, Lucana, o meglio basiliska, ricorda i tempi delle gite scolastiche..... Trop bell! Grazie per il lustro che doni alla nostra meravigliosa terra.
RispondiEliminamammatotonna l'ho postata tre giorni fa...!
EliminaLo trovi nella colonna a dx è tra i post più popolari, anzi, ora il più popolare :)
il tuo spettacolo...un inno alla semplicita'! grazie! il tuo e' stato un dono per me...una conferma a quello che voglio trasferire ai miei figli...umile,bravo...profondo...m so nnammurat e te! ahahah eravamo a pomigliano...mio figlio ha suonato in terza fila ,io son saltata su a fare la foca come una matta! Rosalba
RispondiEliminaFoca-Rosalba grazie!
EliminaQuando si scrive spesso lo si fa ascoltando della musica, e se si pensa che, così facendo, è come se la melodia fosse il sottofondo delle parole che si stanno scrivendo... non viene forse fuori una canzone? Anche chi legge a volte abbina alla lettura l'ascolto delle musica... Vuoi vedere che, sotto sotto, siamo tutti un po' cantautori?!
RispondiEliminaChiara possiamo dire che tutto ha una 'tonalità musicale' basta sentirla...io penso, parlo e mi muovo nella musica perché è la mia materia.
EliminaMagari pure tu!
Ahhh visto che ti ha chiesto lei di postare la canzone ne deduco che con la foca avete fatto pace, mi fa piacere stavo iniziando a preoccuparmi per il vostro rapporto!! :)
RispondiEliminaQuello che penso di questo brano già lo sai, contiene quella sana dose di ironia che tutti dovrebbero prendere in esempio e ancora e sempre mi ricordi tanto Gaber. Sia te che lui, vi ascolto continuamente, aiutate a affrontare le cose con la leggerezza giusta, in qualunque situazione, che tu stia passando un periodo difficile e che hai l'impressione che il cielo ti è caduto addosso, o semplicemente per iniziare la giornata dal piede giusto, magari contagiando chi vede tutto buio di essa perché sai che sa soli non riuscirebbero ad addomesticarla. Eppure è così socievole la leggerezza, si lascia accarezzare, anche amare senza far troppe domande.
Tu mi hai imparato ad averne anche quando soffro, anche quando sono incazzata nera, quando sono senza parole o ne ho troppe da sputare alla mia penna aggiungo quella spalmata di ironia che mi aiuta a riprendere a sorridere. e con questo particolar brano mi hai fatto capire quanta potenza possa avere una semplice onomatopea se condivisa in allegria e accompagnata da qualche nota. Tu fai molto di più che scrivere poesie o fare versi, con i suoni e le parole che crei, lo spettacolo che porti in scena, è come se tu ci mettessi in mano "il manuale della sopravvivenza essenziale: altrimenti detto alcuni modi per non prendersi troppo sul serio..." :)
Mi vien da citarti Stephen King... una volta un giornalista gli chiese se per uno scrittore come lui, di thriller e romanzi da fantascienza, è importante ridere, lui rispose: "Si può uccidere il male seppellendolo di risate"...lasciatelo dire Rocco nessuno eccelle meglio di te nell'arte di scavare una fossa al dolore e al male buttandoci sopra tonnellate di risate e passi da danza tuftufati!
Notte!
Già, Rose, il manuale di sopravvivenza essenziale. Che tutto sommato il dolore ha la sua comicità e tirarla fuori aiuta a respirarlo diversamente.
RispondiEliminaA me piace porgere un po' di 'conforto', credo che ce ne sia parecchio bisogno.
Cerco pure di accontentare e lusingare la foca in ogni modo :)))))
Tuf tu tuf tutuf