Che
il titolo è imbarazzante tanto è serio. Ma capita. A me particolarmente. Di
pensare ai luoghi, quella dell’anima intendo. Già, i luoghi che contano, al di
là della geografia, sono quelli della vita, dei pensieri, delle esperienze.
Una
sorta di bagaglio interiore, di ritmo delle idee e delle emozioni, di stimoli,
di scoperte. Tutta roba da respirare e accarezzare. Buona per crescere e per
capire. O anche solo per goderne. Da lì, da tutto l’enorme bacino di percezioni
e riferimenti, pesco quello che sono no?
Mi
pare così. Che siamo quello che mangiamo, in tutti i sensi. Perché cibo è il
pane con la frittata tanto quanto lo è il nutrimento dell’intelletto.
Il
futuro è un po’ la strada che passato e presente ci fanno imboccare, con naturalezza.
Siamo fatti di strati comunicanti, di passi continui, direi. Evoluzioni o
miscele. Mi piace, pensare che tutto mi sia rimasto appiccicato dentro, ecco.
Cazzo.
Cazzo qui ha un valore inestimabile. Alleggerisce, ammorbidisce, smorza. E
altro che se serve…altrimenti biologia esistenziale avrebbe un tono troppo
accademico.