Ma
che cazzo dobbiamo guardare?
Possibilmente
dito, foglio, cielo, luna. Tutto insieme, ora l’uno ora l’altro, un po’ e un po’.
In un equilibrismo naturalmente imperfetto, d’istinto e pensiero mescolati. Con
il sorriso pronto a cogliere proprio le contraddizioni in bilico… E comunque
vedere, quando si punta lo sguardo. Magari pure con altri occhi.
Ecco, mi metto e ci provo.
Bah… magari guardare dove ci pare? Senza perdere di vista il resto? La vedo un po’ così e un po’ come l'istinto mi dice… a volte (diciamo anche quasi sempre) perdo di vista il dito per guardare il cielo, trascurando l'utilità per il sogno, a volte mi viene da guardare il foglio, e perdo di vista ciò che sono i miei sogni… in effetti, ciò che guardi, guardi… sbagli. Allora diamo retta ad entrambe le visuali e che Dio ce la mandi buona! Leggevo la tua soluzione… vedere con altri occhi… cogliere le varie visuali pure non è male. Mi piace! In effetti, ascoltare le proprie visuali e quelle altrui è una cosa molto democratica. Ciao! ;-)
RispondiEliminaCiao Daniela.........ecco la perla della settimana!
EliminaRocco ...ogni giorno provo a guardare da punti di vista diversi...le solite cose.Faticoso,wa a volte vedo "diversamente"e si guardare un po'tutto è saggio,il cielo è lontano.Giulia.
RispondiEliminaBuongiorno Rocco, un bel rompicapo questo tuo pensiero...
RispondiEliminaPuntare il dito per indicare, cogliere l'attenzione, condividere con una o più persone qualcosa di rilievo, tanto da attirare la propria e l'altrui attenzione che diventa anche un punto d'incontro... E quindi, il dito è il primo punto da osservare. un po' come un semaforo, attira l'attenzione, lo si guarda per rendersi conto su cosa fare. Il dito come il semaforo ha la sua importanza, attirano l'attenzione ed indicano e dopo passano in secondo piano; il resto oltre il dito, oltre il semaforo, è una personale scelta, fermarsi al giallo quando si può ancora andare oltre o fermarsi, tenendo conto di tutti gli altri fattori, inclusi gli altri che sono sulla stessa strada? Penso proprio che guardare il dito, il punto indicato, porta automaticamente a dover tenere conto di tutto il resto per capire cosa e perché stiamo guardando, cosa vediamo, e gli altri come lo vedono; altrimenti il punto indicato rimane solo un punto perso nel nulla al quale non si riesce a dare una identità o spiegazione. Così come un semaforo nel deserto. Ciao .