Baglioni
l’ha cantato bene: “Io e i miei occhi siamo diventati grandi insieme con
l’anima smaniosa a chiedere di un posto che non c’è”.
Infatti.
Io
e la mia miopia siamo cresciuti insieme. E’ praticamente da una vita che ci
teniamo compagnia. Poi con un po’ di astigmatismo e un po’ di presbiopia il
viaggio si è fatto ancora più fantastico. E’ così. Perché il difetto di vista
ha fatto lavorare la mia immaginazione. Anzi, l’ha proprio stimolata.
Intanto,
non troppo paradossalmente, ho rischiato meno di farmi ingannare dalle
apparenze perché quelle sono esattamente quelle che vedo poco o male. Ho dovuto
andare oltre, sentire e toccare, fidarmi delle sensazioni o metterci proprio il
naso dentro. Facendomene una ragione ho fatto di necessità una piccola virtù. Mi
sono permesso di sognare e qualche volta anche divagare.
Alla
fine la fantasia può essere una lente d’ingrandimento. Almeno per me ha
funzionato così, ho guardato cosa avevo in me più che alle diottrie che mi
mancavano. E ho ricostruito a mio modo la realtà che sfuggiva alla mia
imperfezione…
Magari
il mio sguardo sul mondo è diverso da quello di un paio d’occhi perfetti ma
prendo il lato positivo: la diversità può sempre essere una ricchezza!
D’altra
parte forse è tutta qui la mia visione poetica del mondo.
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